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Artrosi e alimentazione: quali sono i cibi antinfiammatori?

Salute e Benessere Naturali

Artrosi e alimentazione: quali sono i cibi antinfiammatori?

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Artrosi e alimentazione: quali sono i cibi antinfiammatori?

I dolori articolari che si condensano con l'età nelle diagnosi di artrite, artrosi e artrite reumatoide sono sempre più intensi col passare del tempo e determinano un aumento costante delle limitazioni di movimento. Secondo un parere convenzionale diffuso in ortopedia, in pratica non ci sarebbero soluzioni a questo peggioramento costante e le soluzioni proposte solitamente finiscono col ridursi a vari tipi di intervento chirugico.

Tuttavia, le ultime ricerche in ambito consentono di aprire uno spiraglio di speranza per chi soffre di queste patologie. Ne parlano nel loro libro L'ARTROSI È UNA BUGIA gli autori Roland Liebscher-Bracht, Petra Bracht.


Valerio Pignatta

 

Infatti, non è così vero che le cartilagini consumate non possano riformarsi, come si sostiene da più parti. È invece proprio vero il contrario, e un paio di recenti studi olandesi paiono averlo comprovato definitivamente, anche se inizialmente sono stati accolti con molta diffidenza.

Il fatto notevole è che è possible contribuire all'aumento della ricrescita cartilaginea anche attraverso l'alimentazione. Questa, infatti, nel caso dell'artrosi viene normalmente utilizzata come sussidio nel disinnescare o diminuire lo stato infiammatorio indotto dalla malattia.

A questo fine, è risaputo che una dieta adatta è in grado di ottenere appunto una riduzione del processo infiammatorio e soprattutto anche la riduzione del dolore che ne è una diretta conseguenza. Di fatto, molti processi infiammatori sono innescati da un'alimentazione non adeguata, ovvero da cibi che inducono acidosi.

Il primo fra questi è l'acido arachidonico, un acido grasso presente nei cibi di origine animale, il quale stimola l'organismo a produrre messaggeri chimici che favoriscono lo sviluppo dell'infiammazione o la incrementano se essa è già presente. Un'altra causa di acidosi sono gli amminoacidi solforati della carne e l'eccesso di acidi grassi omega-6 ad azione proinfiammatoria che essa contiene (se in paragone con gli alimenti di origine vegetale).

Questo stato di malnutrizione e stato infiammatorio favorisce l'aumento della tensione muscolare e quindi del dolore. In caso di dolori articolari, dunque, meglio ridurre il più possibile il consumo di prodotti di origine animale – come carne, salumi, pollame, pesce, latte, latticini ecc. – o addirittura evitarli del tutto.

Basti pensare che nella capsula articolare, la malattia da accumulo di proteine studiata dal professor Lothar Wendt può far in modo che la membrana sinoviale si ostruisca completamente. Gli elementi nutritivi, di conseguenza, non possono più diffondersi in maniera sufficiente all’interno della capsula stessa e le scorie ne vengono eliminate con difficoltà. Ciò ostacola fortemente la riparazione della cartilagine e il recupero della normalità.

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Una dieta vegetale di questo tipo dunque ha effetti di rilassamento su tutto l'organismo ed è di aiuto nel caso si eseguano anche terapie manuali o esercizi sulle articolazioni interessate per alleviare tensioni e malesseri.

Un altro intossicante da evitare nel caso di artrosi è lo zucchero raffinato che senza se e senza ma andrebbe eliminato dalla dieta quotidiana. Esso infatti nuoce all'elasticità della fascia che diventa fragile e incline a lacerarsi e poco flessibile. Se non si riesce a fare a meno del gusto dolce “aggiunto” alla dolcezza naturale dei cibi, nella preparazione delle pietanze è possibile sostituire lo zucchero bianco con altri dolcificanti meno tossici, meno lavorati e più nutrienti.

Un'altra causa di infiammazione da deriva alimentare è quella relativa alla mancata sufficiente assunzione di vitamine, minerali, oligoelementi e sostanze fitochimiche solitamente conseguenza di una dieta moderna a base di prodotti confezionati dall'industria alimentare, piatti pronti e cibo conservato e poco vitale dal punto di vista nutrizionistico.

Infine, se si vogliono ottenere risultati buoni in quanto a disinfiammazione (e riduzione del dolore), sono da evitare:

  • bibite gassate,
  • pasta bianca,
  • tabacco,
  • alcool,
  • strutto,
  • panna
  • e tutti gli intossicanti classici riconosciuti ormai come tali da qualsiasi scuola dietetica.

Un'alimentazione su base vegetale e biologica, dove l'alimento è il meno processato possibile, è una sicura fonte di approvvigionamento nutrizionistico che favorisce uno stato equilibrato del metabolismo riducendo lo stato infiammatorio.

Un buon cibo, tuttavia, come si diceva poco sopra, nel caso di un'artrosi può essere utilizzato anche per la ricrescita delle cartilagini. Le scoperte dei ricercatori tedeschi e coniugi Roland Liebscher-Bracht (ingegnere meccanico) e Petra Bracht (medico nutrizionista), vanno appunto in questo senso. La dieta da loro messa a punto parte da un lavoro di ricerca che deriva dagli studi dell'americano Michael Pollan che ha scolpito e riassunto le sue conclusioni nella frase: «Mangia cibi freschi, soprattutto di origine vegetale, e non eccedere». In questa massima in pratica c'è già tutto.

Cosa mangiare per alleviare o guarire l'artrosi

Ecco quindi un elenco di cibi proposto dai coniugi Liebscher e Bracht per il conseguimento degli obiettivi antiartrosi:

  • Tutti gli ortaggi, soprattutto cipolle, aglio, ravanelli, broccoli, rafano, barbaforte, cetrioli, zucchini, asparagi, spinaci, porri, barbabietole rosse, fagioli, patate dolci, patate con la buccia e tutte le varietà di cavolo.

  • Germogli di ogni tipo, soprattutto broccoli.

  • Insalate di ogni tipo, soprattutto le varietà amare.

  • Tutta la frutta, in particolare mango, papaia, ananas, pesche, uva nera, amarene, prugne, mele e limoni.

  • Frutti di bosco, soprattutto fragole, lamponi, mirtilli e more.

  • Spezie, in particolare curcuma, zenzero, cannella e peperoncino.

  • Erbe aromatiche, meglio se fresche o, in inverno, surgelate: rosmarino, salvia, basilico, prezzemolo, origano, erba cipollina, timo, levistico, coriandolo e aneto.

  • Erbe selvatiche di ogni tipo.

  • Tutta la frutta secca, soprattutto anacardi, noci, nocciole, arachidi e mandorle.

  • Funghi di ogni tipo, in particolare porcini.

  • Tutti i semi, soprattutto di girasole, lino, sesamo, canapa e papavero.

  • Cereali, soprattutto fiocchi di avena, farro, grano antico, miglio bruno (miglio originario); N.B.: evitare frumento e segale.

  • Estratti vegetali, in particolare di rosa canina, artiglio del diavolo, corteccia di pino, corteccia di salice, equiseto e ortica.

  • Cacao (cioccolato con fino al 100 per cento di cacao), senape e rafano.

Ricordiamoci infine di abbinare a questi alimenti alcuni cibi base come riso integrale, miglio, grano saraceno, amaranto e quinoa e infine legumi come fonte di proteine vegetali.

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Valerio Pignatta
Valerio Pignatta Plurilaureato e ricercatore, lavora come redattore, traduttore e collaboratore di diverse case editrici.È giornalista... Leggi la biografia
Valerio Pignatta Plurilaureato e ricercatore, lavora come redattore, traduttore e collaboratore di diverse case editrici.È giornalista pubblicista, naturopata, autore e direttore editoriale nell’ambito della medicina naturale e ha pubblicato numerosi articoli sul rapporto salute/ambiente, oltre a testi divulgativi di medicina naturale. Ha al... Leggi la biografia

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