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Peperoncino, il piccante che conquista!

Alimentazione e Diete

Peperoncino, il piccante che conquista!

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Peperoncino, il piccante che conquista!

Forse non tutti saranno d'accordo, ma vale la pena imparare ad apprezzare il peperoncino, che aggiunge ai piatti gusto e benefici.


Giuliana Lomazzi

Originario del Sudamerica, il peperoncino appartiene alla famiglia delle Solanacee, come le patate e i pomodori; può avere forma a corno o sferica e colori variabili dal rosso al viola, dal giallo al nero o al marrone.

Fino alla conquista del Nuovo Mondo, noi europei non ne conoscevamo l’esistenza. Ma poi questo stimolante condimento non tardò a diffondersi, soprattutto nei paesi caldi. Lo testimonia per esempio l’apprezzamento di cui gode nelle nazioni che si affacciano sul Mediterraneo, Italia in testa – proprio in Calabria, infatti, è nata un’accademia dedicata a questa bacca.

Non stupisce tale successo nelle zone calde: il peperoncino ha infatti proprietà antisettiche che lo rendono utile come conservante alimentare, elemento importante in passato, quando non esistevano frigoriferi. A questo si aggiungono altri benefici che fecero meritare al peperoncino un posto in molte tradizioni mediche.

Peperoncino, piccolo ma benefico

I micronutrienti non mancano affatto negli esemplari maturi. Partiamo dalle vitamine: tra queste spicca la C (230 mg/100 g), seguita dai carotenoidi (precursori della vitamina A) e da un po’ di niacina. Insieme ci sono i minerali – potassio in particolare, ma anche un po’ di calcio e fosforo. Tutti questi nutrienti, tranne la C, si concentrano nel frutto essiccato e polverizzato.

  

Ma il vero asso nella manica dei peperoncini è la capsaicina, un alcaloide responsabile della piccantezza, ma anche di vari effetti farmacologici. Per esempio uno studio belga del 2017, condotto sui topi, ne ha mostrato la capacità di prevenire la fibrosi epatica con un consumo quotidiano. Altri studi hanno associato questa sostanza a un miglior controllo del senso di sazietà e quindi alla lotta contro l’obesità.

Grazie alla capacità di abbassare il colesterolo e di stimolare la scarsa circolazione sanguigna (grazie all’effetto vasodilatatore), la capsaicina è poi protettiva dell’apparato cardiovascolare, tanto più che ha poteri antiossidanti.
Ha pure effetti analgesici ben documentati a uso topico. Non è un caso che venga utilizzata in cerotti e pomate destinati a combattere i dolori articolari.

  

Sudorifero e digestivo, capace di combattere le fermentazioni di stomaco e intestino, il peperoncino va tuttavia usato con moderazione e ha pure delle controindicazioni. Non può essere usato in caso di problematiche gastrointestinali, ulcere in particolare ma anche emorroidi. Non è necessariamente una causa di questi disturbi – di fatto, secondo certi studi il suo consumo regolare potrebbe addirittura prevenirli – ma se questi sono già presenti li aggrava.

Anche le donne incinte e che allattano devono fare attenzione a questa infuocata spezia. Attenzione infine al contatto con le mucose (occhi soprattutto) dopo averlo maneggiato.

Il variegato (e piccante) mondo dei peperoncini

Esistono moltissime specie di peperoncini; il più noto e coltivato è probabilmente il Capsicum annuum. Le forme e i colori sono varie (vedi panoramica), al pari della piccantezza, che viene misurata con una scala detta Scoville. I peperoncini italiani sono relativamente piccanti, perché sono compresi “appena” tra le 100 e le 500 unità Scoville; il jalapeño va da 2500 a 5000, l’habanero ne conta 100.000-300.000. Può sembrare tanto (e lo è), ma ci sono alcuni tipi esplosivi che arrivano a 600.000 US. Se li conosci li eviti!

  • Bird’s eye. Molto piccolo ma anche estremamente piccante, ha una forma a corno ed è di origine asiatica.
  • Ciliegino. Simile a una ciliegia, non è eccessivamente piccante. Nato in Italia, viene usato fresco (anche ripieno) o secco.
  • Habanero. Messicano, lungo 2-8 cm e largo 1-4, varia cromaticamente dal bianco al giallo, arancio, rosso, marrone e viola. È probabilmente il peperoncino più piccante.
  • Jalapeño. Anch’esso proveniente dal Messico, può essere verde o rosso; è moderatamente piccante.
  • Serrano. Verde chiaro e allungato, parla messicano e pizzica ma non troppo!
  • Thai. Simili a piccoli fusi, questi peperoncini tailandesi sono parecchio piccanti.

La ricetta – Fagioli rossi alla creola

  • 350 g di fagioli rossi lessati
  • 2 cipolle
  • 2 spicchi di aglio
  • 1 pezzetto di zenzero fresco
  • 1 peperoncino rosso fresco
  • 3 rametti di timo fresco
  • 1 foglia di alloro
  • pimento
  • 1 cucchiaino di curcuma
  • 3 cucchiai di olio extravergine
  • sale e pepe

Taglia a pezzi l’aglio, lo zenzero e il peperoncino. Mettili in un mortaio con un po’ di sale grosso e schiacciali fino ad avere una pasta liscia.

Trita finissime le cipolle e falle insaporire in un tegame con metà dell’olio e poca acqua. Unisci la curcuma, una macinata di pimento, l’alloro e il timo, la pasta preparata in precedenza. Dopo qualche minuto aggiungi i fagioli e versa un bicchiere di acqua (ottima quella di cottura dei legumi).

Fai cuocere per una decina di minuti, schiacciando una parte dei fagioli con un cucchiaio di legno. Alla fine regola di sale, unisci il pepe e l’olio rimasto. Fai intiepidire prima di servire, volendo con un piatto di riso.


Giuliana Lomazzi
Giuliana Lomazzi è nata a Busto Arsizio (VA) e da qualche anno vive a Trieste. Laureata in Lingue e Letterature straniere moderne presso... Leggi la biografia
Giuliana Lomazzi è nata a Busto Arsizio (VA) e da qualche anno vive a Trieste. Laureata in Lingue e Letterature straniere moderne presso l'Università di Milano, dopo un'esperienza di insegnamento nelle scuole superiori, ha iniziato nel 1990 a lavorare nell'editoria, prima come traduttrice e poi come autrice e giornalista.I suoi interessi... Leggi la biografia

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