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Donne che amano la guerra: un libro che scuote il politicamente corretto

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Donne che amano la guerra: un libro che scuote il politicamente corretto

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Donne che amano la guerra: un libro che scuote il politicamente corretto

È appena uscito per Arianna Editrice un saggio che promette di far discutere: Donne che amano la guerra di Diego Siragusa. L'autore si addentra in un territorio spinoso e politicamente scorretto. Contrariamente a quanto il titolo potrebbe suggerire, Siragusa chiarisce immediatamente: il libro non afferma che "le donne amano la guerra" in generale, ma analizza la figura di alcune donne protagoniste sulla scena politica contemporanea.


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Un fenomeno post-Muro di Berlino nel contesto globalista

Secondo Siragusa, il fenomeno indagato nel libro si colloca storicamente dopo la caduta del muro di Berlino e il trionfo del liberismo. In questa fase, ai vertici del potere politico, istituzionale ed economico, si trovano personaggi femminili che sono stati scelti da settori specifici del potere. Il libro esplora l'idea che alcune di queste donne siano state "costruite in laboratorio", "in vitro", selezionate da centri di potere come la CIA, la NATO, o da figure legate al "filantrocapitalismo" come George Soros.

Soros viene citato come una figura chiave dietro alcune di queste donne, definito "il padre" (nel senso di sostenitore o selettore) di figure come Maia Sandu in Moldavia, Sviatlana Tsikhanouskaya in Bielorussia, e Salome Zurabishvili in Georgia. Queste donne, spesso dopo studi all'estero (Stati Uniti, Inghilterra), sarebbero ritornate in patria "ben intruppate" e obbedienti a un disegno generale non casuale.

Profili controversi: da Sandu a Kallas, passando per Baerbock e von der Leyen

Il saggio presenta numerosi profili biografici di donne che, secondo l'analisi di Siragusa, parlano apertamente di riarmo, guerra e attacco, talvolta superando gli uomini in queste posizioni. Tra i nomi discussi:

  • Maia Sandu (Moldavia): accusata di aver alterato i risultati elettorali e referendari per riaffermare la sua posizione e favorire l'adesione a UE/NATO.
  • Salome Zurabishvili (Georgia): presentata come scelta dal presidente Chirac e poi eletta presidente con la missione di portare la Georgia in UE/NATO e contribuire all'accerchiamento della Russia. Si menzionano le attività delle ONG finanziate da Soros (Open Society Foundation) in Georgia.
  • Vjosa Osmani (Kosovo): descritta come "americanizzata" dopo studi all'estero e "fanatica" nel perseguire il progetto UE/NATO.
  • Annalena Baerbock (Germania): ex Ministra degli Esteri tedesca criticata anche in patria per la sua spinta guerrafondaia.

  • Kaja Kallas (Estonia): profilo ampiamente trattato, con una presunta avversione ancestrale verso la Russia dovuta alla deportazione familiare. Inserita tra i "paesi chihuahua" (Baltici) per le dichiarazioni belliciste sproporzionate rispetto alle loro dimensioni. Si cita la sua idea di creare nuovi stati all'interno della Russia.
  • Giorgia Meloni (Italia): analizzata nel contesto del progetto neoliberale, globalista e capitalista definito "liberal fascismo". Si evidenziano le sue contraddizioni e i cambi di posizione (es. su Putin).
  • Dina Boluarte (Perù): ex vicepresidente accusata di un colpo di stato contro il suo presidente, definita "volto dell'imperialismo americano".
  • Non mancano naturalmente le “grandi” della scena anglosassone: Viktoria Nuland, Hillary Clinton, Condoleezza Rice, Jeane Kirkpatrick. Sarah Palin, Kamala Harris, ecc.
  • E tante altre, compresi diversi profili disponibili anche nell’estensione online

Non tutte le donne: un contesto di scelta di classe

Siragusa sottolinea che questa analisi non riguarda tutte le donne in politica. Fa un netto contrasto con le donne politiche del periodo pre-1989, descrivendole come dignitose, misurate, competenti e servitrici dei grandi partiti di massa. Inoltre, menziona esempi di donne leader assolutamente pacifiste e impegnate in altre battaglie (es. Rigoberta Menchú, Corrigan Maguire, donne impegnate contro lo sfruttamento minorile). Questo per evidenziare che le figure analizzate nel libro rappresentano una "scelta di classe" e un progetto neoliberale specifico volto a costruire un consenso "globalista, imperialista e capitalista".

Controversie e sfide alle narrazioni dominanti

Il libro, con il suo titolo provocatorio e il tema affrontato, ha già suscitato critiche. L'autore si propone di sfidare la narrazione spesso promossa dai media mainstream, che tenderebbe a presentare le donne come automaticamente empatiche e portatrici di pace. Il saggio offre, invece, una prospettiva diversa, basata sull'analisi dei profili e delle azioni di specifiche figure politiche femminili nel contesto geopolitico attuale.


 


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La Redazione Web Macro si occupa di tutte le ultime novità, anticipazioni, curiosità, approfondimenti che riguardano il mondo Macro. Gli articoli spaziano su tutti i principali argomenti che Macro divulga con passione dal 1987. Il meglio per il benessere di Corpo, Mente e Spirito raccontato da coloro che vedono nascere quotidianamente i... Leggi la biografia

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