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Zenzero e liquirizia: due potenti antivirali naturali

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Zenzero e liquirizia: due potenti antivirali naturali

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Zenzero e liquirizia: due potenti antivirali naturali
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Ci siamo ormai abituati che ai primi sintomi dell'influenza sia meglio prendere medicinali, aspirine e chi più ne ha più ne metta. L'uso di erbe e piante officinali a noi occidentali proprio non ci sfiore nemmeno, eppure nella medicina tradizionale cinese o nell'ayurveda, sono il primo rimedio per prevenire e curare influenza e altri virus.


Redazione Web Macro

I rimedi antivirali fitoterapici

Le erbe e le piante officinali sono dei potentissimi antivirali naturali, spesso in grado di eguagliare l'effetto dei farmaci a cui siamo abituati, se non in misura addirittura maggiore.

Alcuni rimedi fitoterapici sono facilmente reperibili e anche semplici da utilizzare, come per esempio lo zenzero o la liquirizia. Vediamo le proprietà, i benefici, modi di utilizzo e le possibili controindicazioni di questi due rimedi naturali

 

 

Lo zenzero

Lo zenzero è un rispettabile antivirale solo se se ne utilizza il rizoma fresco. Non lo è quando si usa la radice essiccata. Più specificamente, il succo del rizoma fresco.

Preparazione e posologia

Se usate lo zenzero come antivirale, il succo fresco è insuperabile. Dopo averlo assunto sotto forma di tè caldo, ci vogliono trenta minuti perché i suoi principi attivi entrino in circolo; dopo un’ora la loro concentrazione raggiunge il picco massimo, poi comincia a calare.

In presenza di una condizione clinica in fase acuta o ai primi sintomi di raffreddore o di influenza, bevete del tè di succo fresco ogni due o tre ore, in modo da mantenere abbastanza costante la concentrazione dei composti attivi nel circolo sanguigno.

 

Zenzero: le proprietà di uno straordinario rimedio naturale

 

Tè di succo fresco di zenzero

Estraete il succo da uno o più pezzi di radice di zenzero. In totale – per orientarvi – usate una quantità pari a quella di una carota medio-grande, oppure quattro pezzi della misura del vostro pollice. Conservate la poltiglia avanzata dall’estrazione del succo (vi servirà per preparare un infuso), oppure strizzatela più che potete in modo da estrarre il succo fino all’ultima goccia: ne rimane sempre tanto.

Versate 60 ml di succo fresco in un bicchiere e mezzo di acqua bollente, aggiungetevi 1 cucchiaio da tavola di miele millefiori, un quarto di lime spremuto e una presa di pepe di Cayenna. Bevetene da 4 a 6 tazze al giorno.

Infuso di zenzero

Metodo 1. Mettete in infusione la parte della radice avanzata dall’estra­zione del succo in uno o due bicchieri di acqua bollente, a seconda di quanta ve ne è rimasta, e lasciate riposare l’infuso coperto per 4-8 ore. Filtratelo e usatelo al posto del succo fresco per la preparazione del tè di succo fresco descritto sopra. Non sarà altrettanto efficace del succo appena estratto, ma quasi.

Metodo 2. È il metodo da usare se non disponete di un estrattore o di una centrifuga per estrarre il succo dalla radice di zenzero. Grattugiate il rizoma o tritatelo il più finemente possibile: in questo caso un pez­zo solo, della dimensione del vostro pollice. Mettete la poltiglia in un contenitore, copritela con un bicchiere, un bicchiere e mezzo di acqua bollente e lasciate riposare l’infuso per 2-3 ore, coperto, in modo che gli oli essenziali non si disperdano. Bevetene da 4 a 6 bicchieri al giorno. Nella fase acuta di una malattia. Bere almeno 6 bicchieri al giorno di infuso.

 

  

 

Le proprietà dello zenzero

Come antivirale, lo zenzero ha le seguenti proprietà:

  • Analgesico
  • Antielmintico
  • Antiartritico
  • Antibatterico
  • Antidiarroico
  • Antiemetico
  • Antimicotico
  • Antinfiammatorio
  • Antispasmodico
  • Antitosse
  • Carminativo
  • Stimolante della circolazione sanguigna
  • Diaforetico
  • Inibitore della elastasi
  • Ipotensivi
  • Immunostimolante
  • Sinergista

Allo zenzero si fa ricorso soprattutto per queste proprietà: è un antivirale specifico per le affezioni respiratorie, stimolante della circolazione in grado anche di placare la nausea, la diarrea e i crampi addominali, di abbassare la febbre (favorendo la sudorazione) e contenere i brividi, di attenuare l’infiammazione dei bronchi, sciogliere il catarro, aiutare a espellerlo e di migliorare la tosse.

Utilizzato ai primi sintomi di raffreddore o influenza, e con questo si intende dire il primo giorno in cui avete la sensazione che stia arri­vando, può ridurre il decorso fino a tre giorni o anche meno, molto spesso con una sintomatologia abbastanza blanda. Preso nel pieno di un episodio di influenza o raffreddore, aiuta invece a migliorare considerevolmente i sintomi e ad accelerare la guarigione.

Effetti collaterali e controindicazioni

Lo zenzero è emmenagogo, quindi in gravidanza ne andrebbero evitate le alte dosi; tuttavia la radice essiccata, in dosi moderate, può aiutare ad attenuare la nausea gravidica. Può far aggravare i calcoli biliari, quindi usa­telo con cautela. Raramente può favorire il senso di distensione addomi­nale, il meteorismo, l’acidità di stomaco e la nausea (problemi più spesso associati all’uso della radice essiccata in polvere).

 

  

 

La Liquirizia

La liquirizia è un medicamento insolito. Potente antivirale, è moderatamente antibatterica, moderatamente immunostimolante e vigorosamente sinergista.

Preparazione e posologia

Una delle cose fondamentali da ricordare quando usate la liquirizia è che quanto più elevato è il tenore di glicirrizina, tanto maggiore è la sua attività antivirale. Se la utilizzate come antivirale, quindi, non è opportuno che sia liquirizia deglicirrizinata (DGL).

Scegliete radici di almeno tre anni (quattro, se usate G. uralensis). Il tenore di glicirrizina delle radici più gio­vani è molto inferiore a quello delle radici più vecchie.

Infuso di liquirizia

Stemperate 1 o 2 cucchiaini di radice in polvere in 250 ml di acqua, lasciate sobbollire la miscela per 15 minuti senza coperchio, poi filtratela. Bevetene fino a 3 tazze al giorno. Una tazza ogni due ore per il trattamento di fase acuta.

Decotto di liquirizia

In Giappone, il preparato tradizionale è il seguente: 6 g di radice in polvere stem­perati in 500 ml di acqua. Portate la miscela a ebollizione e proseguite la cottura a fuoco moderato, senza coperchio, fino a quando il liquido si sarà ridotto alla metà. A questo punto il liquido sarà piuttosto mucillaginoso; aggiungetevi quindi acqua quanto basta per portare il volume a un litro. Bevete il decotto nell’arco di tutta la giornata.

 

 

Effetti collaterali e controindicazioni

In generale la liquirizia è sicura; non è tossica nemmeno a dosi elevate. Tuttavia, utilizzarla per un periodo di tempo prolungato può dare luogo a una serie di effetti collaterali. Questo può capitare anche semplicemente bevendo infuso di liquirizia regolarmente per diversi anni. Gli effetti collaterali possono essere importanti, soprattutto negli anziani e nelle donne in gravidanza.

Proprietà della liquirizia

La liquirizia è un potente rimedio virustatico, anche vagamente virucida. Inoltre la liquirizia è:

  • Analgesica
  • Antibatterica
  • Antiemolitica
  • Antinfiammatoria
  • Antiossidante
  • Antispastica
  • Antistress
  • Antitosse
  • Antitumorale
  • Antiulcera
  • Cardioprotettiva
  • Citoprotettiva
  • Contrasta l’iperglicemia
  • Emolliente
  • Epatoprotettiva
  • Espettorante
  • Estrogenica
  • Immunomodulante
  • Immunostimolante
  • Inibisce la secrezione dei succhi gastrici
  • Inibitore della tirosinasi
  • Inibitore della xantina ossidasi Lassativa (blandamente)
  • Previene la formazione del biofilm
  • Protettiva nei confronti degli effetti dell’esposizione alle radiazioni
  • Rilassante per la muscolatura liscia
  • Sinergista (potente)
  • Stimolante delle secrezioni pancreatiche
  • Stimolante per la corteccia surrenale
  • Tonica per le ghiandole surrenali

Efficacia antivirale

La liquirizia è un antivirale ad ampio spettro, attivo contro una vasta gam­ma di virus in virtù dei suoi molteplici meccanismi d’azione. In particolare ostacola fortemente la formazione di pori nelle membrane cellulari, che è una delle strategie attuate da certi virus per penetrare nelle cellule. Que­sta inibizione rallenta l’infezione virale e, in alcuni casi, la impedisce del tutto. Con altri virus, ha un’azione direttamente virucida e con altri ancora stimola invece il sistema immunitario dell’ospite ad attaccare in modo altamente specifico l’agente invasore.

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