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Cachi, dolce ricarica autunnale

Alimentazione e Diete

Cachi, dolce ricarica autunnale

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Cachi, dolce ricarica autunnale
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Con il loro arancio vivo, i cachi allietano le giornate autunnali e la fruttiera di casa, invogliandoci a gustare la loro dolcezza e ad approfittare delle loro proprietà.


Giuliana Lomazzi

A novembre, i rami privi di foglie del caco si protendono verso il cielo, carichi di aranciate sfere. Che sia azzurro o nebbioso poco importa, l'effetto cromatico è sempre straordinario. E ci ricorda il tempo in cui questi alberi, rustici ma decorativi, erano presenti in tanti giardini. Perché i cachi sono sempre stati una grande risorsa, grazie al buon sapore e alla carica energetica, e venivano pure fatti seccare per l'inverno.

Frutti orientali

Originaria della Cina, questa pianta è tra le più antiche coltivate dall'uomo. In Europa arrivò a metà 800, e agli inizi del 900 cominciò a essere coltivata in Italia; oggi la maggior parte della produzione proviene dall'Emilia e dalla Campania.

I cachi arrivano in commercio a ottobre-novembre. Devono essere colti acerbi, quando la polpa è soda e arancio chiaro, di sapore molto astringente per la presenza di tannini. Dopo una lunga maturazione (detta ammezzimento), il frutto scurisce, la polpa diventa molliccia e gelatinosa. Gli zuccheri prendono allora il sopravvento e l'aspro dei tannini se ne va.

Questo vale per il caco comune; diverso è il caso per le varietà mela e vaniglia, che sono subito pronte per il consumo. Di colore arancio chiaro, hanno la polpa soda, che può essere affettata o mangiata a morsi. Il sapore è abbastanza simile a quello del caco comune, ma meno dolce perché il contenuto zuccherino è inferiore.

Le proprietà dei cachi

Con una percentuale di zuccheri del 16-18%, il caco rientra nella categoria della frutta zuccherina: come tale va evitato in caso di obesità o diabete. Premesso che la moderazione è d'obbligo per tutti, vediamo ora quali sono i vantaggi del consumo di questi frutti.

 

 

La presenza di zucchero fa dei cachi degli alimenti energetici, capaci di dare la ricarica nel periodo dei primi freddi, quando l'organismo si può sentire stanco e stressato, ma anche in caso di forte stanchezza o dopo l'attività sportiva.

I cachi sono buone fonti di fibre, che ne fanno dei frutti lassativi. Per la presenza di potassio sono diuretici e depurativi. Contengono anche altri minerali, come magnesio e calcio. Sul fronte delle vitamine vantano una discreta presenza di C (in realtà è ben rappresentata nel frutto acerbo, meno gradevole al gusto, e tende a diminuire a maturazione).

Il vero asso nella manica sono però i betacaroteni, antiossidanti che sono tra l'altro protettivi della vista. Infatti prevengono l'opacità del cristallino e la secchezza corneale; inoltre facilitano la visione notturna.

 

  


Ai cachi si attribuiscono anche proprietà protettive per il fegato, sfiammanti per l'intestino e rivitalizzanti per il sistema nervoso.

Dalla fruttiera al piatto

I cachi sono pronti quando sono belli morbidi al tatto; quelli comuni si mangiano con il cucchiaino, quelli vaniglia come un qualsiasi altro frutto. L'ideale è consumarli al naturale, magari associati con yogurt e semi oleosi per una colazione energetica.

Questi frutti possono anche essere aggiunti agli smoothies o serviti con gelati e sorbetti, per un dessert molto ghiotto. Sono ottimi anche per realizzare dei bicchierini, alternati con yogurt alla cannella e mandorle macinate.

Ma perché non provarli in versione salata? Ecco una ricetta che viene dal Giappone.

Insalata di cachi, spinaci e tofu

Ingredienti per 2 persone

  • 2 cachi mela medi
  • 125 g di tofu cremoso
  • 300 g di spinaci
  • 2 cucchiai di sesamo leggermente tostato
  • 1 cucchiaio di salsa di soia
  • 1 cucchiaio di olio di sesamo
  • gomasio

Preparazione

Metti il tofu cremoso in un panno, appendilo sopra il lavandino e fallo scolare per 2-3 ore.
Lava gli spinaci e cuocili in una casseruola senza liquidi. Quando sono freddi tritali grossolanamente, poi mescolali con il tofu.
Sbuccia i cachi e tagliali a bastoncini. Mettili in una terrina con gli spinaci, il tofu, il sesamo, l'olio, la salsa di soia e il gomasio. Rimesta e servi subito.


Giuliana Lomazzi
Giuliana Lomazzi è nata a Busto Arsizio (VA) e da qualche anno vive a Trieste. Laureata in Lingue e Letterature straniere moderne presso... Leggi la biografia
Giuliana Lomazzi è nata a Busto Arsizio (VA) e da qualche anno vive a Trieste. Laureata in Lingue e Letterature straniere moderne presso l'Università di Milano, dopo un'esperienza di insegnamento nelle scuole superiori, ha iniziato nel 1990 a lavorare nell'editoria, prima come traduttrice e poi come autrice e giornalista.I suoi interessi... Leggi la biografia

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