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Qual è la differenza tra microbioma e microbiota?

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Qual è la differenza tra microbioma e microbiota?

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Qual è la differenza tra microbioma e microbiota?
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Ne avrai sicuramente sentito parlare: il microbioma è importantissimo per il mantenimento della nostra salute, tanto da essere considerato un vero e proprio organo. Ma conosci anche la differenza fra microbioma e microbiota?

La dottoressa Anne Katharina Zschocke ce lo spiega nel suo libro I Batteri Intestinali.


Romina Rossi

Siamo fatti di batteri, non di geni

Fra gli anni Novanta e l'inizio del Duemila alcuni scienziati americani diedero vita allo studio denominato “progetto genoma”. Si trattava di uno studio molto ambizioso e fra i più attesi che aveva l’obiettivo di mappare i geni umani. All’epoca, gli scienziati si aspettavano di trovare un corredo di geni, composto da qualche migliaio di specie diverse e misteriose. Dato che l’uomo è l’unico animale in grado di imparare e saper utilizzare la parola e le abilità complesse, ci si aspettava che queste fossero “comandate” da un nutrito numero di geni.

Puoi immaginare la sorpresa di questi scienziati, quando la mappatura mise in evidenza che, in realtà, l’uomo contiene al suo interno solo 20.000 geni. Più o meno lo stesso numero dei geni che “compongono” un topo!

Le sorprese non finirono qui, perché a questa eclatante scoperta se ne aggiunse un’altra di portata ancora maggiore: la complessità e la superiorità dell’uomo derivano dai virus e dai batteri che vivono dentro di noi. E non ne abbiamo pochi, dato che ne sono contati un numero superiore di circa 100 mila volte rispetto a quello dei cromosomi umani.

La dottoressa Zschocke spiega in I Batteri Intestinali:

“Noi siamo una squadra. Oltre ai propri geni cellulari, l’essere umano possiede i geni di miliardi di batteri che vivono nel e sul suo corpo. Sono loro che provocano lo sviluppo degli organi e che governano digestione e comportamento, che mettono in movimento il sistema immunitario e molto altro. Prendono parte a tutte le funzioni corporee importanti: al metabolismo, alle attività muscolari, all’equilibrio ormonale, alle funzioni cerebrali e al sistema nervoso. E non si sono ancora riconosciuti tutti i loro effetti.

Al contrario di quanto pensavamo, noi esseri umani non siamo in prima linea cellule con un nucleo dalle quali deriva la vita, siamo un insieme vitale di microbi e cellule corporee: senza questi batteri l’essere umano non è niente. Noi pensavamo di essere il risultato dei nostri propri geni originari, mentre la scoperta rivoluzionaria è: grazie ai batteri in noi siamo in correlazione con tutti i microbi della terra e dentro di noi portiamo una specie di organo, che fino a ora non avevamo ancora riconosciuto come tale: la totalità di tutti i batteri compreso il loro patrimonio genetico, le loro attività metaboliche, la loro flessibilità e la loro capacità di adattamento. Con la loro capacità di scambiarsi tra di loro tutto il possibile e con tutto quello che ancora non conosciamo”.

Proprio la totalità dei geni dei nostri microbi è stata battezzata con il nome “microbioma”. Questo patrimonio di batteri e cellule regola la nostra salute e ci caratterizza come esseri umani. Proprio per questo motivo sono chiamati batteri eubiotici, perché sono utili alla nostra vita, non ci arrecano danno, come invece certi altri batteri.

E la funzione di questa massa di batteri è talmente importante che gli scienziati hanno cominciato a considerarlo un vero e proprio organo, che ha sede nell’intestino, proprio dove si trova la flora batterica intestinale.

 

Microbioma e microbiota

Come ogni nuova scoperta che si rispetti, restava da trovare un nome adeguato per questo nuovo organo al nostro interno. “Come sempre accade davanti alle novità – scrive la dottoressa Zschocke – ci si chiede: come dobbiamo chiamare questo organo-comunità che abbiamo di recente scoperto dentro di noi? Non suona certo bene dire: ‘La corrente microbica della vita che scorre attraverso l’essere umano, che nelle sue diverse parti rimane più o meno a lungo nel suo corpo ove vive e agisce in maniera collaborativa con le cellule del corpo stesso’. È una definizione corretta ma troppo lunga. Anche ‘organo-comunità’ suona un po’ ingombrante. Nell’uso linguistico americano si usa il termine ‘super organismo’, che suona un po’ esagerato.

Finora abbiamo parlato di flora’ batterica nell’intestino. Ma questo concetto non rende giustizia alla realtà. La parola flora deriva dal latino e indica la crescita delle piante su una porzione di terra, quindi qualcosa di statico. Le piante rimangono infatti sempre nello stesso posto. Il concetto di ‘flora batterica’ risale al periodo in cui si immaginava che i batteri crescessero sulla mucosa come l’erba sulla terra e che l’interno del corpo non ne venisse toccato. Per questo motivo si parlava anche di ‘tappeto batterico’.

Oggi noi sappiamo che siamo un insieme dinamico e i batteri si insinuano dentro di noi penetrandoci. Non proliferano solo in porzioni di confine. Ovunque, sul e nel nostro corpo, le superfici, i passaggi tra l’interno e l’esterno sono ricoperti da biofilm di batteri che a loro volta sono formati da microbi che restano, vanno e vengono e tutto ciò in un processo dinamico”.

Fu solo nel 2001 che fu coniato per la prima volta il termine microbioma, come sinonimo di genoma. Microbioma faceva riferimento alla somma dei geni delle cellule del nostro corpo; è il nostro patrimonio genetico. Per la totalità di tutti i microrganismi viventi in uno spazio vitale, invece, si suggerì il concetto “microbiota”.

La confusione però è tanta, come ammette anche la dottoressa Zschocke: “Nell’accezione scientifica popolare, all’inizio non si distingueva affatto tra la ‘totalità dei geni batterici’ e la ‘totalità delle specie batteriche’. Per questo motivo al momento abbiamo esattamente due diversi utilizzi dei concetti.

Le riviste specializzate di medicina e microbiologia intendono con ‘microbioma’ i geni e con ‘microbiota’ le diverse specie batteriche. A livello popolare invece si parla di ‘microbioma’ e si intende il Tutto. Per le nostre orecchie questo riesce a definire meglio un organo-comunità di quanto non faccia ‘microbiota’ che suona così ispido come l’arbusto strisciante che con esso viene definito”.

 Comunque lo si voglia chiamare, dal microbioma dipende la nostra vita, e quindi è bene prendercene cura il più possibile. 

Cos'è il microbiota umano e come mantenerlo sano

 

Ciò che mangi influenza il tuo microbioma e i diversi tipi di microbiota

I ceppi che compongono il microbioma variano da persona a persona, un po’ come le impronte digitali, ognuno ha le sue. Ogni persona si diversifica per il tipo di di ceppi e specie di microrganismo che contiene. Allo stesso modo, il microbioma viene fortemente influenzato dalla vita che facciamo, da ciò che mangiamo, dai farmaci che assumiamo: tutte variabili che possono modificare – rinforzare o indebolire – la nostra comunità di batteri buoni.

Questa colonia si forma ancora prima della nostra nascita, mentre siamo nell’utero materno, e cresce con noi: a una settimana dal parto abbiamo già centinaia di specie diverse di batteri, un numero che è destinato ad una lenta ma incessante crescita. Da adulti, infatti, arriviamo ad avere fino a 4-5000 specie diverse di microbiota.

Tutte queste specie cooperano per mantenere il nostro organismo in salute. Ma non sempre siamo in grado di capire quando il microbioma è in difficoltà. Secondo la dottoressa Zschocke: “Nei primi anni di vita il microbioma cresce come un sistema complesso e grazie alla sua varietà e ricchezza è preparato per affrontare i più disparati influssi che possono agire sull’intestino.

Il microbioma è in grado di ammortizzare una certa quantità di disturbi. Ad esempio se delle specie batteriche vanno ‘perse’, ce ne sono altre che ne assumono i compiti, fino a quando la varietà non è ripristinata. Quanto più varia è la sua costituzione tanto più un microbioma sarà flessibile e riuscirà a tollerare gli influssi perturbanti. Se questi però sono troppo grandi e oltrepassano un certo limite di tolleranza del sistema microbico, allora si interrompe la complessa convivenza e sopravvivono solo attività frammentarie.

L’ecosistema microbioma può vivere circostanze che lo possono far crollare e non è più in grado di adempiere ai propri compiti. In seguito a ciò anche il metabolismo del resto del corpo deraglia. È evidente che un microbioma ben strutturato è più stabile di fronte a tali eventi rispetto a un microbioma con varietà e densità ridotte.

Tutto ciò che ha un collegamento coi batteri intestinali può provocare, per così dire, uno choc al microbioma: digiuno o mangiate eccessive, intossicazione o anemia, operazioni, spaventi, complicazioni in gravidanza e naturalmente, in particolare, le sostanze antibiotiche. Una scarsa riduzione del microbiota non è necessariamente rilevante perché ciò che rimane del sistema cerca, per quanto possibile, di compensare. Se la salute del microbioma viene ristabilita in fretta allora può succedere che quasi non ci si accorga del problema.

Se l’indebolimento permane, però, può capitare che ogni choc al microbioma, nuovo o perdurante che sia, possa essere ben più distruttivo di prima, portando infine alla sua decompensazione. Quanto più sensibile è un microbioma al momento dello choc, tanto maggiori sono le conseguenze. Per questo motivo tutto ciò che si verifica nei primi tre anni di vita, mentre cioè la convivenza nell’intestino del bambino si sta ancora sviluppando, può avere conseguenze gravissime per tutta la vita successiva”.

Se quindi adottiamo un errato stile di vita, facciamo uso di farmaci o abbiamo una alimentazione scorretta, rischiamo di impoverire la nostra colonia batterica. Fare la quadra è semplice: più la nostra vita è equilibrata, più il nostro microbioma è forte, più noi siamo in salute.

Come possiamo prendercene cura? Curare l’alimentazione è un buon modo per farlo. Basta privilegiare quegli alimenti che arricchiscono la flora batterica e il microbioma. Come ad esempio alimenti freschi, di origine vegetale, a coltivazione biologica.

Frutta e verdura sono benefiche, ma lo sono anche gli alimenti fermentati, che ristabiliscono il corretto equilibrio del microbioma: kefir, yogurt, miso e verdure fermentate.

         

Anche l’uso delle spezie è salutare, in particolar modo, vanno bene: la salvia, il rosmarino, la curcuma, il basilico, i chiodi di garofano, la cannella.

        

 

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Romina Rossi
Giornalista freelance e web writer, collabora con la rivista “Vivi Consapevole” e diversi siti web, occupandosi prevalentemente di medicina... Leggi la biografia
Giornalista freelance e web writer, collabora con la rivista “Vivi Consapevole” e diversi siti web, occupandosi prevalentemente di medicina naturale, benessere olistico e tecniche naturali di guargione.L’amore per la Natura e la curiosità di capire i complicati e delicati meccanismi di funzionamento dell’uomo, la portano a intraprendere... Leggi la biografia

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