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Iperconnessione e patologie digitali: i consigli per fermarsi a vivere

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Iperconnessione e patologie digitali: i consigli per fermarsi a vivere

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Iperconnessione e patologie digitali: i consigli per fermarsi a vivere
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L'era digitale in cui viviamo porta con sè tanti aspetti positivi ma altrattanti negativi. A poco a poco siamo scivolati in un'iperconnessione che, in alcuni casi, può sfociare in una vera e propria patologia. Quali possono essere le strategie per fermarsi e tornare a connetterci con noi stessi e con gli altri? Ecco qualche cosiglio per ritagliarsi delle pause in cui vivere felicemente disconnessi.


Tatiana Berlaffa

Perdita della capacità di concentrazione, crackberry, stress digitale, sono solo alcune delle patologie che può provocare l'iperconnessione a cui ci esponiamo ogni giorno.

Un rapporto del 2010 della Kaiser Family Foundation rivela che i cosiddetti "nativi digitali", bambini e ragazzi dagli 8 ai 18 anni dedicano più tempo ai loro dispositivi elettronici che a qualsiasi altra attività, a eccezione (forse) del sonno: una media di oltre 7 ore e mezza al giorno, 7 giorni su 7.

Oggigiorno, in alcune famiglie, viene concesso ai bambini di usare i cellulari in età sempre più precoce. Questo compromette molto spesso le relazioni genitori-figli oltre ad esporli sempre prima ai pericoli della rete e a fenomeni come il cyberbullismo.

Ormai si parla sempre più spesso di quanto i bambini siano perennemente distratti e di quanto vivano troppo tempo "on line". Purtroppo, però, ci si sofferma poco sul fatto che il modello che forniscono i genitori stessi va in quella direzione. Gli adulti sottraggano tempo alla famiglia perché sono, essi per primi, in una modalità di iperconnesione, perennemente impegnati in conversazioni al cellulare, a inviare messaggi o a lavorare al computer.

Tutti noi siamo sempre più connessi su diversi device contemporaneamente e, nell'illusione del multitasking, elaboriamo documenti al PC mentre rispondiamo alle mail sullo smartphone mentre, ancora, guardiamo un video su YouTube. Tutte queste possibilità di connessione, però, se da un lato hanno l'aspetto positivo di facilitarci la vita, dall'altra ci rendono sempre più distratti da quello che sta accadendo in quel preciso istante dentro di noi e intorno a noi.

COME PROTEGGERE FIGLI E RELAZIONI FAMILIARI NELL'ERA DIGITALE

  

L'iperconnessione e le nostre relazioni con gli altri

Secondo gli esperti, come riportato nel libro 'Disconnessi' della psicologa clinica Catherine Steiner-Adair, la tecnologia può avere un ruolo distruttivo nelle nostre relazioni.

Accelera la velocità dei cambiamenti e modifica la nostra modalità di espressione. Inoltre, non avendo la possibilità di vedere in faccia l'altra persona, non capiamo l'effetto delle nostre parole sull'interlocutore e non possiamo modificare il nostro tono.

Succede così che, tramite messaggio, diciamo cose che non diremmo mai di persona. I mezzi teconologici, inoltre, ci privano della possibilità di usare la voce, con la sua sonorità unica che rappresenta così bene l'individualità di una persona.

E mancano anche i silenzi e le pause nella conversazione che, a volte, sono più significativi delle parole stesse.

Un altro dato negativo sull'uso della teconologia è costituito dal fatto che le connessioni teconologiche, per la loro particolare struttura, penetrano direttamente nell'emisfero sinistro del nostro cervello che è quello preposto all'organizzazione e alla messa in pratica. 

Quindi, inconsapevolmente a livello neurologico, noi consideriamo le conversazioni come compiti da svolgere che ci sembra necessario eseguire istantaneamente.

Siamo "spinti" a rispondere nell'immediato e ad esprimere le nostre emozioni subito.

La tecnologia, nelle nostre relazioni, è un terzo invitato che a volte ci mette in relazione, ma che più spesso ci interrompe e ci disconnette. 

In questo modo, comunichiamo in modo impulsivo e spesso più di quanto vorremmo o di quanto sarebbe salutare per noi.

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Lo stress digitale

Mai prima di questo periodo storico, si è creata l'aspettativa che tutti debbano essere disponibili per tutti in qualsiasi momento. La tecnologia è una presenza costante che tiene in pugno la nostra attenzione. 

Non abbiamo mai vissuto un simile livello di presenza a richiesta e questo ci sta consumando.

Oggi si impone quasi di non prestare attenzione alle sensazioni di disconnessione emotiva che ci prendono quando qualcuno accantona la conversazione che ha con noi in carne ed ossa per rispondere ad un messaggio sul cellulare o controllare le notifiche sui Social Network.

Un tempo, la distrazione continua da chi si aveva di fronte sarebbe stata considerata un segno di grave maleducazione e incapacità relazionale. 

Il tempo che trascorriamo con la teconologia riduce drasticamente quello che passiamo con le altre persone a partire dalla nostra famiglia (compresi i figli), i nostri amici e la cerchia di conoscenti.

Internet, con le sue infinite possibilità, ci offre una fuga immediata dal nostro quotidiano che magari non ci soddisfa ma, allo stesso tempo, ci imprigiona anche in un altro mondo infinito che ci assorbe completamente e da cui, una volta dentro, è difficile staccarsi.

Ci sentiamo quasi costretti a connetterci per vedere cosa condividono i nostri amici sui social, per fare l'acquisto più conveniente, per cercare qualche forma di intrattenimento per combattere la noia.

Entriamo in un circuito negativo di sensi di colpa perché se non ci connettiamo non ci sentiamo "aggiornati" con tutto quello che succede on line e se ci connettiamo, abbiamo perso tempo ed energia.

E' possibile modificare questi nostri comportamenti in modo da usare la tecnologia solo a nostro vantaggio?

Sì, a patto di modificare alcune scelte.

10 consigli per fermarsi a vivere

 

1. Togliere le notifiche 

Per riappropriarci del nostro tempo e non essere più schiavi dello Smartphone, il primo consiglio essenziale è quello di togliere le notifiche da qualsiasi App, comprese quelle di messaggistica istantanea e la mail. Come abbiamo descritto sopra, in nessuna epoca siamo mai stati chiamati ad essere così disponibili come in quella in cui viviamo ora. Gestire il nostro tempo senza essere invasi da messaggi, richieste e 'aggiornamenti di stato' è una priorità per vivere al meglio.

Le notifiche dello Smartphone suonano a qualsiasi ora durante la giornata. Mentre stiamo cenando, mentre siamo in gita la domenica, mentre stiamo lavorando e in mille altre occasioni in cui sarebbe meglio non essere disturbati. Anche se non prendiamo immediatamente in mano lo Smartphone, una parte del nostro cervello ha registrato il segnale e si è già proiettata in modalità 'attivazione'.

Le App e con esse i Social Network e i sistemi di messaggistica sono creati appositamente per 'tenerci incollati' al loro interno il più a lungo possibile e per richiamare continuamente la nostra attenzione. Fior fior di ingegneri studiano ogni giorno come rendere più invitanti e 'persuasivi' questi sistemi. Non ci si deve stupire se è così difficile star lontano da essi.

L'attivazione o meno delle notifiche è però qualcosa su cui noi possiamo avere il controllo. Non percepire continuamente il 'richiamo delle sirene' dello Smartphone ci aiuta a restare più concentrati e connessi con quello che è intorno a noi e con chi ci sta accanto.

2. Stabilire degli orari

Il fatto di togliere le notifiche non significa, nella società di oggi, non controllare più mail, messaggi e, se si utilizzano, Social Network.

I lati positivi di comodità, immediato accesso alle informazioni, facilità di comunicazione con gli altri della tecnologia vanno riconosciuti ed utilizzati a nostro vantaggio.

Dopo aver tolto le notifiche, stabiliamo degli orari in cui controllare le fonti di informazione che ci interessano e di contatto con gli altri e rispettiamoli.

Oltre agli orari, poniamoci anche dei limiti. Le ricerche dimostrano che, dopo una cert'ora della sera, gli schermi di Smartphone, Tablet, Computer, con la loro luminosità, mantengono il cervello troppo sveglio e reattivo ed ostacolano un buon sonno. Alcuni smartphone, recentemente, hanno inserito una funzione di 'abbassamento della luminosità' per le ore notturne. Ma, inutile dirlo, è molto meglio per la nostra salute, utilizzare le ore notturne per dormire.

Allo stesso modo, stabiliamo di non avere lo Smartphone (o altri apparecchi eletronici) a portata di mano durante i pasti. Se siamo in compagnia ne gioverà la nostra relazione con gli altri e, se siamo da soli, migliorerà la nostra digestione e avremo la possibilità di gustarci pienamente il pasto.

3. Comprare una sveglia 

Molte persone si addormentano con il cellulare sul comodino perché lo usano come sveglia al mattino.

Avere lo smartphone così a portata di mano prima di addormentarsi e la mattina appena svegli non è per niente una buona idea. Ricordiamoci che, come detto sopra, questo strumento crea dipendenza e ci attira costantemente con le sue enormi possibilità e capacità di gratificarci.

L'ideale è quindi metterlo sotto carica (gli Smartphone moderni devono essere ricaricati quotidianamente) e tenerlo spento in un'altra stanza.

Questo consiglio è valido per 2 motivi. Oltre che per 'evitare la tentazione' di utilizzarlo, anche perché è risaputo che le onde emesse da un apparecchio elettronico, anche spento, hanno comunque un'influenza nociva sul cervello degli esseri umani. Bisogna stare attenti in particolare ai bambini (che non hanno ancora la scatola cranica protettiva ben formata) e, ovviamente, a tenerlo il meno possibile vicino alla testa. 

Per tutti questi motivi, avere lo smartphone per tutta la notte accanto al proprio cranio è vivamente sconsigliato. 

Ma come ci si sveglia al mattino? In commercio, esistono ancora le sveglie (per fortuna) e costano davvero pochi spiccioli.

Sempre più persone, come prima cosa al mattino, controllano lo Smartphone. Quest'abitudine è quanto di più lontano possa esserci dall'idea di vivere in modo sano e senza eccessivo stress. La cosa migliore è accendere lo Smartphone solo dopo aver fatto colazione. 

Prendiamoci il tempo al mattino di connetterci con noi stessi (e non con lo Smartphone), anche semplicemente attraverso qualche respiro consapevole, qualche movimento di stretching o preparandoci la colazione e vestendoci con calma.

4. Usare la modalità aereo 

I nostri smartphone ormai ci permettono di fare moltissime cose: scattare foto quasi professionali, creare documenti, prendere appunti. Se ci pensiamo bene però, le attività elencate non richiedono la connessione on line. 

Quando possiamo, per non essere disturbati, attiviamo la modalità aereo.

Ammettiamo di essere in montagna una domenica con la famiglia. Scattare foto ai paesaggi e ai bambini sarà bellissimo. Con la modalità aereo, avremo la possibilità di farlo senza essere tentati di usare lo Smartphone per altro. 

5. Non comunicare irritazione, rabbia o risentimento via sms o mail

Se abbiamo litigato con qualcuno o dobbiamo 'chiarire una situazione' perché alcuni comportamenti ci hanno infastidito, non facciamolo attraverso la tecnologia.

Gli sms, le mail e la velocità delle risposte acuiscono la reattività e intensificano il carico emotivo nella persona che scrive e anche in chi riceve il messaggio.

Come abbiamo accennato sopra, spesso diciamo 'in modalità teconologica', cose di cui poi potremmo pentirci. Se dobbiamo discutere con qualcuno, è sempre meglio utilizzare la maniera tradizionale e vedersi di persona oppure, almeno, sentirsi al telefono.

La voce, la gestualità, l'espressione del viso favoriranno l'empatia e la soluzione del conflitto.

In particolare per i bambini e i ragazzi.

6. Incoraggiare il gioco 'vero', senza schermi 

Nell'età evolutiva il gioco riveste un ruolo fondamentale. Giocare 'in famiglia' permette al bambino di sviluppare un senso di appartenenza che poi potrà rivivere con il gruppo dei coetanei.

I genitori dovrebbero prevedere alcuni momenti di 'gioco senza schermi' all'interno della giornata dei loro figli.

Con Tablet e Smartphone, infatti, il gioco non fluisce in modo altrettanto autentico e spontaneo e non consente un vero scambio interpersonale in quanto catalizzatore dell'attenzione.

7. Stabilire durata massima di utilizzo dei videogiochi 

E' consigliato che i genitori stessi stabiliscano dei tempi precisi ed una durata prestabilita nell'utilizzo dei videogiochi. Non si può pensare che bambini e ragazzi si autoregolino in fatto di videogiochi o apparecchiature elettroniche. 

Anche se inizialmente potrebbero storcere il naso, in realtà, i ragazzi sono consapevoli di quanto le regole siano importanti e di quanto gli adulti facciano il loro bene, stabilendole.

8. Chiedere il permesso

Ovvero, concedere (o meno) il permesso di usare qualsiasi programma, App o Videogioco mai usato prima

Prima di utilizzare qualsiasi nuovo 'passatempo elettronico', i ragazzi dovrebbero chiedere il permesso ai genitori. In commercio esistono giochi davvero violenti e, ormai è provato, la violenza (anche verbale) che ci si esercita ad utilizzare sullo schermo 'addestra' a fare lo stesso anche nella vita reale. I genitori dovrebbero valutare volta per volta i nuovi giochi che i propri figli vogliono usare per accertarsi che siano appropriati.

9. Blocchi e protezioni

Installare blocchi e protezioni in modo da limitare l'uso del computer e di internet ai soli contenuti adatti all'età del bambino.

Allo stesso modo, per evitare che il bambino trovi contenuti a lui non adatti, esistono delle modalità di protezione che impediscono di navigare all'interno di siti che contengono materiale per adulti. I software sono spesso gratuiti e permettono ai genitori di dormire sonni tranquilli senza sentire l'esigenza o l'ansia di controllare sempre tutto quello che utilizzano i loro figli. 

10. Stabilire dei premi 

Per fornire una gratificazione a ragazzi e bambini che hanno rispettato le regole, si può stabilire un piccolo premio, dopo un certo periodo di tempo. E' un modo per risonoscere al bambino il suo impegno e valorizzarlo.

Allo stesso tempo, però, è bene ricordargli che lo smartphone è un privilegio che può essere revocato, qualora l'uso che ne è stato fatto, non sia ritenuto corretto.


Tatiana Berlaffa
Il mondo della comunicazione è il mio lavoro e la mia passione.Scrivo come blogger, giornalista freelance e social media editor.Prima di scrivere... Leggi la biografia
Il mondo della comunicazione è il mio lavoro e la mia passione.Scrivo come blogger, giornalista freelance e social media editor.Prima di scrivere di qualsiasi cosa, la provo in prima persona.Sono appassionata di tematiche legate al benessere e alla crescita personale. Amo le novità, viaggiare da sola e imparare lingue straniere.Tra i miei... Leggi la biografia

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