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Aree car free davanti alle scuole, quanto ancora c’è da fare?

Vivere Ecologico

Aree car free davanti alle scuole, quanto ancora c’è da fare?

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Aree car free davanti alle scuole, quanto ancora c’è da fare?

Le Strade Scolastiche, (le aree davanti alla scuola chiuse al traffico motorizzato) sono una realtà ancora abbastanza recente, per la quale sia Linda Maggiori (autrice del libro Vivo Senza Auto) sia tante altre famiglie si sono battute strenuamente.

Ma tanto c’è ancora da fare, e tanto c’è ancora da imparare e migliorare. Ti piacerebbe sapere come? Leggi questo articolo!


Redazione Web Macro

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Alle Strade Scolastiche, (le aree davanti alla scuola chiuse al traffico motorizzato), ho dedicato un ampio capitolo nel libro “Vivo Senz Auto”, raccontando anche la mia personale (e faticosissima) battaglia per creare un’area car free davanti alle scuole dei miei figli, i problemi e le resistenze incontrate, le conclusioni e gli insegnamenti appresi.

Da allora, grazie alla collaborazione e condivisione con tanti comitati e associazioni (Fiab, Salvaiciclisti, Legambici, Famiglie senz’auto, ACP…) è nata la campagna www.stradescolastiche.it, che chiede al governo aree scolastiche davanti a tutte le scuole, con precedenza assoluta alla pedonalizzazione.

Il 18 settembre, alle ore 20 presso il Museo delle Scienze di Faenza, si terrà il primo convegno sulle Strade Scolastiche, interverranno, oltre a Giulietta Pagliaccio (Fiab) e Angela Pasinato (ACP pediatri per un mondo possibile), anche Nives Fidel, vigile urbano in pensione, la “mamma” delle strade scolastiche a Bolzano:

Nel 1998 abbiamo iniziato con due scuole elementari facendo fare ai bambini dei rilevamenti del traffico attorno ai loro plessi ed una analisi dei pericoli che correvano in questo ambito. I bimbi stessi hanno rilevato i pericoli derivanti dalle troppe macchine e il disagio di essere trattati come dei pacchi postali caricati e scaricati dalle vetture di genitori sempre nervosi…. Nel 2000 con un’Ordinanza Sindacale, abbiamo chiuso le strade davanti alle scuole, 15 minuti sia all'entrata che all'uscita di scuola, limitando al massimo gli accessi (disabili, mezzi pubblici, biciclette e residenti solo in uscita). Il nostro scopo era quello di promuovere la mobilità lenta e autonoma dei bambini delle elementari. Anche noi abbiamo avuto le nostre difficoltà con brontolamenti e discussioni sia da parte di alcuni genitori che di insegnanti abituati ad arrivare a scuola all'ultimo momento.

Da allora le strade scolastiche a Bolzano non hanno fatto che aumentare, così come il numero dei bambini che vanno a scuola in bici. A Olbia, invece, la prima strada scolastica in Sardegna è nata quest’anno. Meglio tardi che mai! Roberta Calcina, presidente dell’associazione HubMat ci spiega:

Il progetto pilota ha interessato oltre 1000 studenti delle scuole di via Nanni, con la chiusura quotidiana della strada con transenne e la presenza di ausiliari del traffico e volontari durante tutto il periodo, tra le 8:00 e le 8:45 all’entrata e tra le 12:45 e le 13:45 all’uscita. Precedentemente all’attuazione per quasi un mese sono stati effettuati incontri con le scuole, i genitori e tutti gli altri portatori di interesse, raccogliendo proposte. E’ stata anche l’occasione per riqualificare l’area intorno alla scuola con panchine in legno, strisce pedonali colorate, nuove aree verdi e di gioco. Attività di laboratorio anche con gli studenti grazie a TaMaLaCà, spin-off del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari. Abbiamo monitorato le condizioni ambientali grazie a Fab Lab di Olbia, con un sensore Arduino ad hoc. Abbiamo effettuato continui monitoraggi fotografici e sondaggi periodici ai genitori e insegnanti.

 

 

Anche Anna Becchi condivide la sua esperienza (ma non potrà venire al convegno). Lei è di Roma, si definisce “genitore cicloattivista”, è la fondatrice del Bike to school e dell’associazione Genitori Scuola Di Donato, (genitorididonato.it di cui parlo più diffusamente nel libro):

“Da un evento drammatico, la morte di un bambino della scuola che attraversava la strada in bicicletta, è nata la Giornata “Una città a misura dei bambini”, che è ora alla 16ma edizione. Dal 2011 abbiamo presentato 10 richieste all’amministrazione, rendere le strade sicure, ridare spazio ai bambini, chiudere il traffico davanti alle scuole. Così lo scorso anno, quando Linda ha lanciato l'appello per le strade scolastiche a livello nazionale, ho subito abbracciato l'idea, penso proprio che la civiltà vada conquistata un passo alla volta, e che la situazione attuale degli spazi davanti alle scuole sia il peggior esempio educativo che si possa offrire ai bambini. Credo anche - sempre dall'esperienza Di Donato - che aprire le strade delle scuole a pedoni e ciclisti sia un ottimo modo per favorire un ritorno alla socializzazione e alla condivisione tra genitori e famiglie, all'attivismo civico e alla cura delle nostre città.”

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