Pedagogia della Lumaca: l'Arte di Educare senza fretta
Educazione e Formazione

Educazione e Formazione

In un’epoca in cui tutto corre, anche l’infanzia rischia di perdere il suo ritmo naturale. La Pedagogia della Lumaca, ideata da Gianfranco Zavalloni, ci invita a rallentare, a riscoprire il valore del tempo, dell’essenziale e dell’ascolto profondo. Un’educazione lenta non è meno efficace, ma più umana: rispetta i tempi di ogni bambino e coltiva una crescita armoniosa, creativa e libera. Ce lo racconta Sonya Quirino, della collana Macro Junior!
Redazione Web Macro
In un mondo che corre, educare alla lentezza è un atto rivoluzionario!
Viviamo immersi in una società che misura tutto in termini di velocità, prestazioni e risultati.
Anche la scuola – luogo che dovrebbe accogliere l’unicità di ogni bambina e bambino – rischia sempre più di assomigliare a uno spazio in cui si privilegiano le competenze, con verifiche a tappe forzate e programmi da “portare a termine” ad ogni costo. In questo panorama, la voce di Gianfranco Zavalloni risuona come un invito gentile, ma radicale: R-A-L-L-E-N-T-A-R-E.
La pedagogia della lumaca
Gianfranco Zavalloni è stato un dirigente scolastico, educatore e formatore noto per il suo approccio alla pedagogia sostenibile e per aver elaborato la "Pedagogia della Lumaca", un progetto educativo basato sulla lentezza, sul rispetto dei tempi naturali di apprendimento e sulla valorizzazione dell’essenziale. Tra i concetti chiave della Pedagogia della Lumaca, come li ha delineati Zavalloni soprattutto nel suo libro “La pedagogia della lumaca. Per una scuola lenta e nonviolenta”, possiamo leggere:
“La pedagogia della lumaca è un’educazione lenta, profonda, radicata. È un modo di intendere la crescita come un processo naturale, non forzato, in cui il bambino può esplorare, sbagliare, annusare il mondo senza la fretta di diventare grande prima del tempo.”
Zavalloni non propone una scuola meno seria, ma più umana, una scuola che riconosca il valore dell’ozio creativo, del gioco libero, del silenzio e dell’attesa opponendosi alla scuola dei test standardizzati e delle valutazioni a tappeto.
“Ogni bambino ha un ritmo interiore, un modo tutto suo di imparare, di capire, di crescere”, uniformare significa dunque appiattire la ricchezza delle differenze mentre proprio la scuola dovrebbe essere il luogo in cui queste diversità possono fiorire senza ansia da prestazione.
Una delle espressioni chiave di Zavalloni è: “Educare all’essenziale”.
Questo significa non caricare le bambine e i bambini di nozioni inutili o premature, ma accompagnarli a scoprire ciò che conta davvero: il rispetto per sé, per l’altro e per il Pianeta.
Grazie alla Pedagogia della lumaca si coltiva infatti un'educazione ecologica utilizzando materiali semplici, fornendo esperienze concrete e stando a stretto contatto con la Natura.
Tra le eredità più amate di Zavalloni c’è il Manifesto dei diritti naturali di bambine e bambini: un elenco poetico e profondo di ciò che ogni bambino dovrebbe avere come il diritto: sporcarsi,fare buchi nella sabbia, dire “non ho voglia”, usare le mani, stare zitti, guardare un insetto… Diritti che oggi rischiano di sembrare sovversivi, e che invece parlano di un’educazione più viva, più vera e più libera!
Ed ecco che crescere un figlio non è più una gara fatta di scadenze e prestazioni perché l’educazione è un atto d’amore, non un protocollo da applicare, perché i bambini non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere, lentamente.
La pedagogia della lumaca ci ricorda che l’infanzia ha diritto alla lentezza, alla meraviglia e alla noia creativa pertanto anche noi adulti dovremo provare a rallentare, per ascoltarli davvero.
“Chi educa lentamente, educa due volte. Ricominciamo dalla lumaca”.
Macro Junior augura a tutte e tutti una buona Giornata Internazionale della Lentezza!
