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E se non ci fosse nulla da lasciar andare?

Nuove Scienze

E se non ci fosse nulla da lasciar andare?

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E se non ci fosse nulla da lasciar andare?

Il concetto di lasciar andare è profondamente radicato nelle tradizioni spirituali e di crescita personale, sia in Oriente che in Occidente. Ci viene detto di lasciar andare le paure, le emozioni negative, il passato, i rimpianti. Ma cosa significa davvero? La maggior parte delle persone lo intende come un atto volontario, una decisione da prendere per liberarsi di qualcosa. Eppure, come spiega Peter Russell nel suo libro Meditazione senza sforzo, questa idea è del tutto fuorviante.


Francesca Lanza

Nulla da lasciar andare: il paradosso che può cambiare la nostra prospettiva sulla vita

Lasciare andare non è un’azione da compiere, ma un’assenza di azione, meditare non è qualcosa da fare. Non è uno sforzo, ma la fine dello sforzo stesso. Non dobbiamo “provare” a lasciar andare: dobbiamo semplicemente renderci conto che non stiamo trattenendo nulla. L’unico vero ostacolo alla pace interiore è la nostra resistenza mentale, il nostro attaccamento a pensieri ed emozioni che crediamo siano indispensabili alla nostra identità.

Il segreto del lasciar andare è smettere di trattenere

Peter Russell ribalta la prospettiva comune: noi non abbiamo il compito di liberarci di qualcosa, perché nulla è realmente in nostro possesso. Ci aggrappiamo alle aspettative, alle paure, ai ricordi, ma sono solo costruzioni della mente. Il nostro stato naturale è già quello di pace, benessere e serenità. Il problema nasce quando iniziamo a trattenere e a controllare, cercando di modificare la realtà in base alle nostre preferenze.

La chiave del vero lasciar andare è l’accettazione. Non significa rassegnarsi o rinunciare, ma smettere di opporsi a ciò che è. Se un pensiero o un’emozione sorge, non serve combatterla o respingerla, basta osservarla e lasciarla essere. In questo spazio di presenza consapevole, la resistenza si dissolve da sola.

La grande scoperta, allora, non è come lasciare andare, ma rendersi conto che non c’è nulla da lasciar andare. La vera gioia accade quando smettiamo di stringere i pugni e ci accorgiamo che, in realtà, non stavamo trattenendo nulla.

In questo libro straordinario, Peter Russell, integra una profonda conoscenza della scienza con le sue esperienze di meditazione, giungendo a una concezione del mondo che ci circonda e dell' universo intero, simile a quello descritto da molti mistici, un universo in cui scienza e spirito non sono più in conflitto: è il mondo della non- dualità. Russell, alla stregua di Vittorio Marchi, David Bohm, Gregg Braden, Federico Faggin, ci invita ad attraversare quel ponte che unisce scienza e spiritulità, verso una visione radicalmente diversa, e in definitiva risanatrice, di noi stessi e dell'universo.

 



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