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Abbracciare gli alberi: il potere terapeutico del bosco

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Abbracciare gli alberi: il potere terapeutico del bosco

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Abbracciare gli alberi: il potere terapeutico del bosco
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Abbracciare gli alberi fa bene, lo dice la scienza! Scopri il potere terapeutico e curativo del bosco e degli alberi per guarire dallo stress e dalle malattie che derivano da esso. L'effetto biofilia, o amore per la vita, in questo caso inteso come amore per la natura o forte connessione con essa, è fortemente benefico per l'essere umano.


Mario Manzana

Ora non ci sono più argomenti per gli scettici: la pratica di abbracciare gli alberi ha un potere terapeutico sull’essere umano dimostrato scientificamente!

Il discorso parte da quel processo chiamato “biofilia” (letteralmente: “amore per la vita”, termine coniato dallo psicoterapeuta Erich Fromm e poi ripreso dal biologo statunitense Edward O. Wilson), che ormai è provato trattarsi di un sentimento comune a tutti gli esseri umani.

Oggi l’espressione è riferita principalmente alla Natura, alla connessione profonda che esiste tra uomo e Natura e all’amore che ci unisce ad essa. E non potrebbe essere diversamente, visto che il corpo fisico che noi tutti possediamo è parte della Natura e ne avverte i richiami e gli influssi.

Il bosco è infatti un luogo ideale per rigenerarci e rilassarci; già solo pensare all’atmosfera silvestre ci fa percepire a livello intuitivo tutti i benefici, e la maggior parte di noi ha già avuto modo di sperimentare di persona gli effetti rigeneranti di una passeggiata nel bosco.

Bettina Lemke, nel suo libro "Piccolo Manuale dello Shinrin Yoku" ci parla proprio di questo e di come possiamo rigenerarci grazie al bagno nella foresta.

 

 

Uno studio pubblicato nel 1984 sulla rivista «Science» dallo scienziato Roger Ulrich, studio durato 9 anni, dimostrava come le persone ricoverate in ospedale che dalla loro finestra potevano vedere un albero o un parco avevano risposte migliori alle cure e guarivano prima: «Roger Ulrich fornì la prima prova dell’effetto biofilia, scoprendo che la guarigione dei pazienti con la possibilità di vedere un albero avveniva in modo significativamente più rapido di quella dei pazienti la cui stanza si affacciava su un muro di una casa».

Si tratta del primo studio, seguito da numerosi altri, in grado di dimostrare in maniera scientifica il potere di guarigione degli alberi. E oggi, per fortuna, sempre più spesso si sente parlare di silvoterapia (cioè di pratiche atte a prevenire e curare le malattie attraverso gli alberi), e sempre più corsi vengono svolti all’interno di un bosco o nella Natura selvaggia. 

Quali sono gli effetti della natura su di noi?

Ma come avviene tutto ciò, quale effetto ha veramente la Natura sull’essere umano?

In tempi recenti i biologi hanno dimostrato che le piante emettono delle molecole che permettono di comunicare tra loro. Ad esempio, se una pianta viene attaccata da un certo parassita, emettendo una particolare molecola essa avverte le altre di trovarsi sotto attacco. Non solo, è in grado di avvertire anche altri insetti che fungono da predatori di quel parassita, i quali arrivano presso la pianta attaccata per banchettare.

"Con i profumi le piante riescono a inviare e a scambiarsi informazioni incredibilmente complesse”, ha spiegato alla rivista «Der Spiegel» Wilhelm Boland, professore di chimica organica presso l’Università di Karlsruhe e l’Istituto di ecologia chimica Max Planck.

Al momento sono state individuate oltre 2000 di queste “parole” che fanno parte del “dizionario” delle piante. Tali molecole sono state chiamate terpeni e ogni volta che entriamo in un bosco li assorbiamo, principalmente attraverso la pelle.

La scoperta più straordinaria è che questi terpeni comunicano anche con il sistema immunitario degli esseri umani e producono una serie di conseguenze positive. Forse la più importante è che nell’organismo aumentano le cosiddette cellule killer, quelle che si occupano di liberare il nostro corpo dalle tossine e dalle cellule cancerogene.

«Le piante comunicano direttamente con il nostro sistema immunitario e il nostro inconscio, senza doverle nemmeno toccare, tanto meno ingerirle. Questa affascinante interazione fra uomo e pianta, di cui solo ora la scienza sta gradualmente cominciando a rendersi conto, riveste una grande importanza per la medicina e la psicoterapia, in quanto ci mantiene sani a livello sia fisico sia psichico e previene le malattie. In futuro il contatto con le piante dovrà avere un ruolo importante nella cura delle malattie corporee e dei disturbi psichici. Non dovranno più esistere cliniche prive di giardino o di un accesso a prati e boschi, centri abitati senza aree naturali e città senza natura selvaggia».

Il potere di guarigione degli alberi abbraccia quindi sia la sfera psichica che quella fisica; gli studi, infatti, hanno dimostrato, per esempio, come una passeggiata nel bosco sia in grado di abbassare rapidamente il livello dello stress, ma anche, in maniera significativa, quello del diabete di tipo 2.

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Ma la cosa forse più incredibile è che è stato dimostrato come sia utile anche solo vedere un bosco, un albero, un giardino (perfino in fotografia), senza bisogno di camminarvi attraverso, per ottenere un effetto positivo sulla propria psiche.

Alla base di questo straordinario effetto vi è il fatto che l’essere umano si è evoluto per migliaia di anni in un ambiente esclusivamente naturale e non è un caso che la vita in città produca nuovi disturbi e malattie, le quali probabilmente devono la loro diffusione principalmente alle difficoltà di ambientamento del nostro organismo, difficoltà che producono inizialmente forti stati di stress e altri disturbi psichici, i quali, a loro volta, spesso finiscono per conclamarsi in malattie organiche.

In base agli studi evoluzionistici si è giunti alla conclusione che l’ambiente della savana sia quello che il cervello umano riconosce come più familiare e rassicurante. Questo perché nella savana alberi e arbusti non ostacolano la vista e permettevano ai nostri antenati di avere una visuale sufficientemente ampia per scorgere in anticipo la presenza di eventuali pericoli. E infatti i parchi che presentano prati e alberi o arbusti radi, così come i frutteti, sono utilizzati nelle pratiche psicoterapeutiche, soprattutto per affrontare situazioni di stress e di burnout nei pazienti.

L’orto-giardino è da considerarsi una delle migliori e più semplici pratiche curative. Oltre a permetterci di vivere in contatto con i ritmi della Natura e le stagioni, il giardinaggio ci procura anche del cibo sano e, da non sottovalutare, che abbiamo prodotto in autonomia.

Quindi, non va sottovalutato il potere curativo del giardino; benché non si tratti di un bosco, l’effetto biofilia che produce è sicuramente rilevante.

È possibile anche svolgere specifici esercizi di silvoterapia che ci permettono di sfruttare al meglio le potenzialità che il bosco ci mette a disposizione, oltre alla classica passeggiata.

La respirazione corporea totale, il training autogeno o la meditazione nella Natura sono alcuni degli esercizi che suggerisce la Lemke e che ci aiutano a rilassarci, a ricaricarci di energia e a guarire. In conclusione, se vogliamo recuperare la salute, fisica e psichica, dobbiamo tornare alla Natura, in tutti i modi possibili. Specialmente se ci troviamo a trascorrere il nostro tempo in una città, circondati dal cemento.

L’essere umano da sempre è abituato a vivere in mezzo alla Natura, e non per caso, evidentemente. Essa infatti non fornisce solo i mezzi di sostentamento più adatti alla crescita e alla vita del nostro corpo fisico, ma anche tutto ciò che ci serve per essere rilassati e felici, in contatto con la Vita, quella con la V maiuscola, e in grado di affrontare tutte le sfide che essa ci pone.

Oggi, probabilmente, la sfida collettiva è di ritornare alla Natura, recuperare il rapporto di fiducia e amore che ci lega ad essa, e smettere di vederla solo come una fonte di risorse da saccheggiare!

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Mario Manzana
Mario Manzana si è interessato fin da giovanissimo alle tematiche esoteriche e spirituali, che lo hanno portato a trascorrere un lungo e intenso... Leggi la biografia
Mario Manzana si è interessato fin da giovanissimo alle tematiche esoteriche e spirituali, che lo hanno portato a trascorrere un lungo e intenso periodo di vita comunitaria presso il Villaggio Verde Comunità Acquariana, situato in Piemonte e fondato dal professor Bernardino del Boca; nello stesso periodo è stato editore della storica casa... Leggi la biografia

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