La quercia pappamolle e il faggio antisociale
Nuova Saggezza
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Quanto ne sappiamo degli alberi? Grazie a Peter Wohlleben, autore del libro La Vita Segreta degli Alberi, spiega come alcuni alberi siano più amichevoli di altri. Per esempio: la quercia è una pappamolle?
Redazione Web Macro
Pensiamo alla quercia come un albero maestoso, possente, dalla spessa corteccia. Ma conosciamo tutto di questo meraviglioso albero?
Ciò che in effetti stupisce è quanto poco si conosca delle foreste e degli alberi. Fortunatamente, la scienza e la neurobiologia vegetale ci stanno permettendo di saperne sempre di più.
Quando dormono gli alberi? Quando parlano? Cosa mangiano? Perché si ammalano? Come si riproducono e come guariscono? A queste domande risponde Peter Wohlleben, celebre guardia forestale tedesca che ha svelato la magia delle foreste, del legno vivo, grazie al suo libro La Vita Segreta degli Alberi.
Il pino, l'abete, l'acacia e tanti altri alberi ci vengono mostrati nei loro aspetti più "umani": scopriremo infatti che gli alberi sono sociali, ma che alcuni di essi sono amichevoli solo con quelli della propria specie; verremo a conoscenza che gli alberi hanno internet, insomma un vero e proprio mondo nascosto tutto da scoprire.
Il faggio è sociale o antisociale?
La domanda è lecita perché ne La Vita Segreta degli Alberi scopriamo come il faggio abbia un un incredibile senso del sociale, ma solo nei confronti degli individui della sua specie. I faggi infatti mettono in atto un vero e proprio accerchiamento incalzante allo scopo di far arretrare gli alberi estranei.
Anche nel bosco ci sono simpatie e antipatie: un’autentica coppia di alberi amici, per esempio, bada fin dall’inizio a non formare rami troppo spessi nella direzione dell’altro. Nel libro, Peter Wohlleben spiega come le querce hanno vita dura nei boschi dell’Europa centrale, dove il faggio è di casa.
Le radici del faggio si introducono in ogni fessura non utilizzata dalla quercia, così da infilarsi nel vecchio tronco e appropriandosi anche delle sostanze nutritive e dell’acqua e la quercia in realtà aveva messo da parte per sé. Il processo è lento ma nel giro di 150 anni, il piccolo faggio si è allungato così tanto da crescere lentamente nella chioma della quercia, e dopo qualche altro decennio la attraversa e la sorpassa, grazie alla loro capacità di ampliare la loro chioma e crescere per tutta la vita.
La quercia, una pappamolle?
Il risultato? Le foglie del faggio finiscono per ricevere direttamente la luce del sole e l’albero ha quindi tutta l’energia necessaria per allargarsi e formare una chioma sontuosa che, com’è proprio di questa specie, cattura il 97% dei raggi solari. L'albero di quercia, rimasta al secondo piano, annaspa perché foglie di quercia cercano la luce, invano: la produzione di zucchero subisce una drastica riduzione, le riserve vengono consumate e pian piano l'antica quercia si arrende e inizia a morire.
Ma allora la quercia è una pappamolle? Com’è possibile che un albero
così debole sia diventato simbolo di fermezza e stabilità?
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La Vita Segreta degli Alberi
Cosa mangiano, quando dormono e parlano,
come si riproducono, perchè si ammalano e come guariscono