Claude Bernard, considerato il fondatore della medicina sperimentale, dimostrò che una delle caratteristiche più salienti di ogni forma di vita è la sua capacità di mantenere la costanza del proprio ambiente interno (legge primaria di autoconservazione).

L’evidenza dei processi di autoconservazione dimostra che l’organismo vivente è dotato di una intelligenza innata che lo mantiene in vita sin dal primo momento.

Possiamo chiamare “pulsione vitale” questa forma di intelligenza innata.

Questa intelligenza, in quanto pulsione vitale, è una vera e propria forza vettoriale dotata di direzione e verso.

L’essere umano è l’unica forma vivente presente sul pianeta che è dotata della capacità di riflettere questa pulsione vitale mediante la sua coscienza e il suo Io logico.

Possiamo immaginare la coscienza umana come uno specchio double face che da una parte riflette il reale esterno mediante il corpo (attraverso i canali della percezione) e dall’altra presenta all’Io logico le informazioni percepite affinché l’individuo possa prendere le giuste decisioni che garantiscono la sua autoconservazione e crescita.

Quindi la coscienza è uno strumento necessario alla manifestazione della pulsione vitale individuale nell’ottica dell’autoconservazione e della crescita.

Quando l’atto decisionale volontario è congruente con la vettorialità della pulsione vitale sono garantiti l’autoconservazione e la salute.

La percezione non si manifesta soltanto attraverso gli organi di senso ma è il corpo nella sua interezza che percepisce ed in questo processo il cervello neuro-gastro-enterico ed il sistema fasciale svolgono un ruolo fondamentale.

È una percezione organismica che fa da supporto per i processi logico-razionali.

Quando l’atto decisionale volontario si fonda su informazioni non più reversibili con la percezione organismica ne può conseguire una difettosa regolazione del sistema di risposta dello stress.

Questo è il primo step per l’insorgenza della psicosomatica.