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Il Picco del Petrolio



L'esperienza di Cuba e il ritorno alle comunit
Il Picco del Petrolio
L'esperienza di Cuba e il ritorno alle comunità
Autori: Faith Morgan, Pat Murphy & Megan Quinn
Dal libro: The power of Community - Vivere senza petrolio


Circa 150 anni fa, la maggior parte delle persone nel mondo vivevano in piccole comunità locali. Nel corso dell’ultimo secolo però, il secolo del petrolio, questo è cambiato completamente. Il petrolio rappresentava la migliore fonte energetica che gli umani si fossero mai trovati per le mani. Per prima cosa, ha la più alta concentrazione energetica di qualsiasi combustibile fossile, in secondo luogo, si trova in forma liquida, rendendolo facilmente trasportabile e immagazzinabile. Immaginate come sarebbe trasportare un pesante carico di carbone per alimentare la vostra auto.
Il petrolio a buon mercato ci ha dato l’opportunità di utilizzare trasporti economici, quindi la mela proveniente dall’altro capo del paese aveva comunque un prezzo competitivo come la mela dell’azienda agricola locale. Il petrolio ci ha fornito lo sviluppo urbano, l’industria agricola e aziende globalizzate. Siamo rimasti a guardare mentre i negozi e le fattorie a gestione familiare fallivano e chiudevano, la vita locale è diventata rara e la “comunità” è andata a riposare.
L’eccessivo e assoluto utilizzo del petrolio durante questo secolo ha distrutto le comunità, oggigiorno viviamo globalmente e non localmente, i nostri alimenti, l’essenza per la nostra sopravvivenza, a volte affrontano viaggi perfino di migliaia di chilometri prima di arrivare sulle nostre tavole. I nostri abiti fanno viaggi di migliaia e migliaia di chilometri per arrivare dall’Asia, dal Sud America o da altri continenti. Quest’energia fossile che alimenta gli aerei, i SUV, gli Hummer e i Tir che trasportano gli alimenti ed altri beni, arriva da tutto il mondo.
Oggi, le persone che ci forniscono i nostri beni di consumo sono senza faccia, come la sarta indonesiana e il trivellatore del Kuwait. Mentre le persone che riconosciamo, come i nostri vicini, sono degli sconosciuti, perché non abbiamo alcun rapporto economico con loro, non dividiamo le poche risorse locali, ma sfruttiamo le abbondanti risorse globali. Con l’arrivo dell’intrattenimento di massa come la televisione, abbiamo perso i rapporti sociali con loro, perché dovremmo parlare col vicino, quando possiamo ascoltare e guardare la televisione?
La disponibilità di petrolio abbondante ed economico ci ha portati verso la perdita della comunità, come possiamo ritrovarla, oggi? Cosa succederà quando il petrolio costerà molto e sarà scarso? Questo porterebbe ad una rinascita della comunità? Questo è esattamente ciò che prevediamo succederà col picco del petrolio e del suo declino irreversibile, il picco è un’opportunità per ritrovare, ricostruire e creare nuovamente le comunità. Il picco è la soluzione per la comunità, ma la comunità è allo stesso tempo la soluzione per il picco. Mentre la nostra abilità a vivere globalmente diventerà sempre più difficile a causa dell’aumento del costo della benzina, dovremo sviluppare le infrastrutture in modo da vivere localmente.

Come possiamo cambiare questo ciclo di risorse abbondanti, aumento del consumismo, crescita della popolazione, scarsità delle risorse e il collasso?

Dopo tutto, la terra è simile a una grande isola, però noi umani abbiamo a disposizione qualcosa che gli altri animali non hanno; il dono della pianificazione preventiva, ora dobbiamo affrontare il fatto che il nostro stile di vita potrebbe portarci verso l’estinzione.
Il Picco del petrolio non è il vero problema, il nostro stile di vita è il problema. Ma allora che cos’è il picco del petrolio? Il picco è un segnale d’allarme, una sveglia che ci dice che stiamo eccedendo le capacità del nostro pianeta di darci sostentamento. Il picco è un sintomo della malattia dell’industria, se non cambiamo e ci adattiamo ad uno stile a basso consumo energetico grazie alla comunità, la crescita esponenziale ci porterà velocemente verso il baratro.
La parola chiave è adattamento. Adattarsi ai cambiamenti del nostro ambiente è il successo degli essere umani, non c’è bisogno di una rivoluzione, bensì di un’evoluzione.
Passare dalle parole alle azioni non è mai facile, soprattutto quando si tratta di milioni di persone abituate a stili di vita ad alto consumo energetico che non conoscono altri modi di vivere.
Da dove si inizia? Per prima cosa bisogna insegnare alle persone l’impatto che ha il loro stile di vita, delle loro decisioni su se stessi, gli altri, l’ambiente e le generazioni future. Molte persone sono già a conoscenza di queste conseguenze, ad esempio persone che fanno parte dei movimenti per le energie rinnovabili e gli ambientalisti. Purtroppo, la maggior parte della gente invece, non ne è a conoscenza e non cambierà il proprio stile di vita fino a quando non vedrà con i propri occhi gli effetti dannosi che comporta.
Non bisogna convincere o convertire le persone, ma aiutarle a scoprire che il futuro non sarà così roseo, il picco del petrolio è intuitivo e quindi la gente va aiutata a scoprire che i lussi e le comodità hanno prezzi molto alti.
La parola chiave è “locale” fornendoci trasporti a basso prezzo, il petrolio ci ha permesso di espanderci ben oltre le nostre risorse locali, ma senza di esso dobbiamo sviluppare nuovamente istituzioni locali che saranno diverse in ogni
parte del mondo perché saranno adattate alle risorse specifiche dei luoghi.
Bisogna creare qualche modello o esempio di ciò che è possibile fare, come prova che ci sia un’alternativa al sistema dominante, e cioè un altro modo di vivere. Bisogna poi provare che questo modello è migliore rispetto a quello attuale e più adatto ad un mondo dotato di poche energie.
Senza questo, la gente non si scollegherà dal proprio sistema, perché non hanno nulla con il quale potersi collegare.
Cosa bisogna fare? Per prima cosa bisogna guardare dove siamo e come utilizziamo l’energia. Quale e quanta energia usiamo per sostenere il nostro stile di vita? Da dove proviene? Quanti rifiuti generiamo, quanto inquiniamo e dove va a finire il tutto? Bisogna assumersi le proprie responsabilità per tutto quello che utilizziamo e consumiamo.
Per seconda cosa bisogna vedere cosa abbiamo che ci potrà aiutare a spostarci verso uno stile di vita a basso consumo energetico, cosa possiamo imparare, che abilità abbiamo e quali parti del nostro carattere possono aiutarci per attuare i cambiamenti necessari?
Infine, bisogna fare ciò che ci è possibile. Iniziare lentamente, a piccoli passi, prefiggendosi degli obiettivi raggiungibili ad esempio “Quest’anno abbasserò il mio consumo energetico del dieci percento ed ecco come farò”. Il dieci percento non è sufficiente, ma ci accorgeremo che ci motiverà a fare di meglio, una volta raggiunto un obiettivo bisogna prefiggersene subito un altro.
Bisogna prefiggersi un esempio personale e condividerlo con gli altri, bisogna condividere i propri successi e le proprie sfide, coinvolgere gli altri in quello che si fa, mostrando le proprie passioni, questo ispirerà gli altri a cambiare i propri stili di vita.