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LA CAUSA PRINCIPALE DELLE ALLERGIE



dalla redazione

NOVITÀ: il nuovo libro MANUALE PER ALLERGICI - Come riconoscere e curare naturalmente: neurodermatite, orticaria, allergie da contatto, asma, congiuntiviti allergiche...

SOSTANZE INQUINANTI: LA CAUSA PRINCIPALE DELLE ALLERGIE
Se non vogliamo limitarci a lenire le allergie e le malattie allergiche, ma intendiamo guarirle, dobbiamo eliminare le cause che le hanno prodotte. Solo una volta che avremo riconosciuto ed eliminato i fattori allergenici e le loro conseguenze potremo liberarci in maniera duratura delle allergie.
Ci sono diverse possibilità fisiche e psichiche di procurarsi delle allergie (v. capitoli successivi), ma almeno nel 98% dei casi i principali responsabili sono le varie sostanze inquinanti. Nella storia dell'umanità non c'è mai stata un'epoca in cui gli esseri umani abbiano inquinato se stessi e il loro ambiente con così tante sostanze innaturali come prodotti chimici, metalli pesanti, combustibili tossici e radiazioni come negli ultimi cinquant'anni. Anche se nella tutela ambientale sono già stati fatti e si continuano a fare progressi, attualmente la situazione generale non sembra quasi migliorabile. La verità è:
- che nelle nazioni industrializzate quasi nessuno può sottrarsi agli scarichi delle auto o all'elettrosmog in costante aumento (trasmettitori di telefonia mobile, cordless domestici, cellulari ecc.);
- che, nonostante siano notoriamente nocivi, prodotti chimici altamente tossici, quali il PCP3 (pentaclorofenolo), i PCB4 (policlorobifenili), i pesticidi e ultimamente i molto diffusi piretroidi (insetticidi sintetici) sono stati o vengono prodotti e utilizzati in quantità enormi in tutto il mondo;
- che oggi come ieri l'agricoltura tradizionale dipende da insetticidi, erbicidi e fungicidi chimici, nonostante le cose funzionino esattamente allo stesso modo senza pesticidi;
- che da decenni le emissioni gassose, in parte estremamente tossiche, delle varie industrie, come per esempio quelle dell'industria chimica o delle raffinerie di petrolio, finiscono nell'aria;
- e che i rifiuti industriali solidi o liquidi vanno a finire nelle discariche per rifiuti speciali, col pericolo di avvelenare le falde acquifere, oppure vengono bruciati negli inceneritori, inquinando l'aria.
Pensate: già oggi il 95% di tutti i prodotti di scarto che si accumulano nell'industria potrebbe essere riciclato o evitato nella produzione! Ma poiché al momento l'incenerimento è meno costoso del riciclaggio, finora fra gli industriali ci sono stati solo pochi idealisti e pionieri che hanno riconvertito le loro imprese spontaneamente. Quello che manca sono le leggi necessarie e le adeguate sovvenzioni per l'introduzione di tecnologie completamente nuove e non dannose per l'ambiente e per la costruzione di impianti di riciclaggio. C'è da sperare che anche le aziende multinazionali si rendano conto della necessità di questo cambiamento, tanto più che una produzione rispettosa dell'ambiente non è solo più pregevole dal punto di vista etico, ma a lungo andare si rivela anche più conveniente.


"Il vaso trabocca!"
Ecco quindi che sempre più persone giungono al limite della loro capacità di resistenza. Non appena però "il vaso trabocca", con il sistema immunitario che dunque viene reso sempre più debole dai fattori ambientali ostili alla vita, possono manifestarsi all'improvviso malattie dovute all'inquinamento. È proprio in campagna e nelle cosiddette stazioni climatiche che un numero crescente di persone viene colpito da allergie o soffre di altri sintomi fisici o psichici dovuti all'inquinamento (per esempio mal di testa, stanchezza cronica, depressioni inspiegabili). Questo dipende dal fatto che in definitiva siamo esposti ovunque ai gas di scarico delle auto e alle emissioni industriali, alle sostanze tossiche utilizzate in edilizia o ai pesticidi. Ecco allora che per esempio le diossine e i furani altamente velenosi, che tra l'altro si formano e finiscono nell'aria in occasione dell'incenerimento dei rifiuti domestici e speciali, vengono inspirati anche a una distanza superiore ai 100 km - seppure in una concentrazione molto più ridotta rispetto a quella che c'è nel giro di 20 km - da un inceneritore.
Un altro veleno, emesso sia dagli inceneritori dei rifiuti speciali sia dalle industrie metallurgiche, è il metallo pesante cadmio. È a causa di tutti questi veleni che nelle metropoli o nei pressi di industrie inquinanti la comparsa e la frequenza delle allergie sono nettamente più diffuse che nelle zone a bassa concentrazione industriale.
Esiste quindi un'unica soluzione che cura le cause delle malattie dovute all'inquinamento e che è efficace nel tempo: disintossicare l'organismo dalle sostanze inquinanti accumulate, di modo che il sistema immunitario venga alleggerito e riprenda a funzionare pienamente.


Domande e risposte
Se le sostanze inquinanti sono le principali responsabili dell'insorgere delle allergie, come mai nell'ex Repubblica democratica tedesca (RDT) c'era solo circa la metà di allergici rispetto all'ex Repubblica federale tedesca (RFT)? Eppure negli ultimi decenni precedenti alla riunificazione l'inquinamento ambientale a est non è stato inferiore a quello che c'era a ovest.
In base a questo studio comparato della situazione a est e a ovest, molti scienziati che si occupano di questo tema sono convinti che le sostanze inquinanti non siano i principali responsabili della comparsa delle allergie, e nelle loro ricerche si concentrano soprattutto su fattori puramente immunologici e, negli ultimi tempi, addirittura psichici. A sostegno di questa tesi portano il fatto che anche in quei paesi in via di sviluppo in cui l'inquinamento ambientale è in forte aumento, per esempio per via dell'impiego di pesticidi e dell'inquinamento atmosferico, gli individui che soffrono di allergie sono in numero nettamente inferiore rispetto a quelli degli stati altamente tecnologici dell'Europa e dell'America del Nord.
Per poter rispondere a questa domanda dovremmo prendere in considerazione la situazione attuale della Germania. Grazie a recenti studi comparati fra Monaco e Dresda si è scoperto che nel frattempo non c'è più nessuna differenza nei numeri degli allergici e che la frequenza delle allergie sta aumentando con la stessa rapidità sia nell'est che nell'ovest del paese. Dobbiamo quindi aspettare solo un paio d'anni, dopo di che assisteremo anche nei paesi in via di sviluppo alla medesima crescita repentina delle malattie dovute all'inquinamento, proprio come nelle nazioni industrializzate.

Gli elementi determinanti per l'insorgere di malattie dovute all'inquinamento sono:
o la durata della nostra esposizione ai fattori inquinanti;
o la quantità e la tossicità dei veleni o delle radiazioni (telefonia mobile ecc.);
o la costituzione individuale del sistema immunitario.

Tra l'altro il sistema immunitario viene rafforzato se deve confrontarsi il più presto possibile con la maggior varietà di germi e malattie infettive. Questo riguarda in particolar modo i bambini dell'ex RDT, che già all'età di un anno venivano mandati all'asilo nido e che fin da piccoli, grazie allo stretto contatto con i loro coetanei, contraevano qualche malattia infettiva. Si presume che questo rafforzamento del sistema immunitario abbia contribuito a far sì che si ammalassero di allergie con minor frequenza e con minor intensità. Lo stesso vale per tutti i bambini che crescono in campagna o nei paesi in via di sviluppo e il cui sistema immunitario si trova automaticamente ad affrontare tutti i germi possibili. I bambini che sono cresciuti in campagna quindi, perlomeno ancora fino a uno o due decenni fa, si sono ammalati di allergie molto più raramente dei bambini di città (v. anche "La comparsa di allergie nei neonati e nei bambini piccoli", pag. 37). Oggi però le persone che soffrono di allergie sono in costante aumento, perfino nelle aree costiere e montane. Il motivo di questa situazione è il fattore temporale, dato che anche piccole quantità di sostanze tossiche, quando si depositano nell'organismo, producono prima o poi malattie dovute all'inquinamento. In linea di massima quindi, chi possiede un sistema immunitario forte si ammala meno rapidamente di allergie. Ma se il vaso comincia a traboccare, cosa che in campagna o nelle stazioni climatiche avviene più lentamente che nelle città o nelle zone industriali, anche lì compaiono le malattie dovute all'inquinamento.

Il mercurio presente nelle otturazioni in amalgama è davvero così velenoso come si sostiene sempre più al giorno d'oggi?
A questa domanda si può rispondere con un sì incondizionato. Insieme al piombo e al cadmio, il mercurio fa parte dei metalli pesanti che, a seconda del livello di intossicazione da parte di queste sostanze, possono provocare svariati disturbi. Uno di questi è costituito dal fatto che il mercurio blocca una serie di enzimi disintossicanti, per cui l'organismo riesce a fronteggiare meno bene l'avvelenamento generale. Ne derivano disturbi funzionali, organici, ma anche psichici. Dato che nel corpo di ognuno di noi ci sono diversi punti deboli, anche le reazioni variano da individuo a individuo. In linea di principio però, tutti i fattori ambientali ostili alla vita possono non solo indebolire il sistema immunitario e dare origine ad allergie, ma provocare anche molte altre malattie, cancro incluso, o condizionarle negativamente.
Il mercurio si deposita di preferenza nel tronco cerebrale e nel tessuto connettivo, ma nei soggetti predisposti è possibile rilevarne anche concentrazioni elevate nel pancreas o nelle gonadi (testicoli, ovaie).
Fanno parte dei principali sintomi di intossicazione da mercurio:
o allergie al mercurio e ad altre sostanze, come pure a certi alimenti;
o sbalzi d'umore, irritabilità e aggressività;
o mal di testa, emicrania;
o disturbi del linguaggio, della vista e della concentrazione;
o tremore e disturbi della sensibilità come "formicolii", nevralgie;
o disfunzioni renali e pancreatiche;
o sterilità.

Quando per esempio si è fortemente allergici alla polvere bisogna rivoltare la casa da cima a fondo, cambiare i materassi, sostituire i mobili imbottiti con poltrone in pelle ed eliminare tutti i tappeti?
Non necessariamente. In linea di massima queste azioni hanno senso solo se l'allergia non viene guarita, ma dal momento che tutte le allergie sono guaribili, alla lunga è sicuramente più utile eliminare l'allergia alla polvere di casa anziché combattere in continuazione contro gli escrementi allergenici degli acari della polvere.
Per aver successo, una terapia allergologica deve assolutamente includere i fattori allergenici. Questi non sono affatto gli acari della polvere, proprio come i pollini non sono la vera causa del raffreddore da fieno, bensì quei fattori che hanno determinato l'indebolimento del sistema immunitario. Nel momento in cui questi fattori vengono eliminati le allergie scompaiono da sole!